Speciale Clima e Salute 9 Novembre 2017 16:01

«Salute riproduttiva di donne rifugiate e migranti: occorre assistenza e formazione», il punto di vista delle ONG

Le richieste di Gcap Italia, coalizione contro la povertà, dalle parole della sua portavoce Stefania Burbo: «Manca l’impegno dei Paesi G7 per la salute sessuale e riproduttiva delle donne. Doveroso evitare malattie e salvaguardare la libertà di scegliere se, quando e con chi avere figli»

«Il G7 Salute poteva essere l’opportunità di fare la differenza per la presidenza italiana. Se gli intenti politici sono apprezzabili, nella dichiarazione manca l’impegno dei paesi G7 a investimenti finanziari concreti e quantificabili e alla realizzazione di un piano di azione operativo che garantisca l’attuazione di tutte le iniziative riportate». È quanto dichiarato in una nota dalla GCAP Italia, coalizione italiana contro la povertà, composta da decine di organizzazioni, sindacati e movimenti della società civile che è stata rappresentata a Milano da Action Global Health Advocacy Partnership, Aidos, Osservatorio AiDS e Oxfam, insieme a Friends of Global Fund Europe e Osservatorio Internazionale per la Salute.

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Stefania Burbo, come co-portavoce della Gcap Italia, tira le somme dell’evento, dichiarandosi soddisfatta per le tante tematiche affrontate nel corso del summit di novembre per il fatto di aver riconosciuto, nonostante le differenze di posizione degli Stati Uniti, l’impatto sulla salute dei cambiamenti climatici e del degrado ambientale. «Sono infatti circa 12,6 milioni le morti annuali attribuibili all’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo, alle esposizioni chimiche, ai cambiamenti climatici e alle radiazioni ultraviolette. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ricorda che il 26% dei decessi tra i bambini e bambine di età inferiore a cinque anni sono causati da malattie correlate all’inquinamento. Per non parlare dei cosiddetti migranti climatici che, se non si interviene, potranno essere 1 miliardo entro il 2050», prosegue la nota di Gcap.

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La coalizione italiana apprezza il rinnovato sostegno a meccanismi multilaterali come il Fondo Globale per la lotta contro AIDS e l’attenzione volta a contrastare malaria, polio e tubercolosi attraverso il rafforzamento dei sistemi sanitari nazionali per assicurare cure e prevenzione, sconfiggere le epidemie e affrontare le emergenze sanitarie ma rileva, con preoccupazione, l’assenza di un impegno politico sull’accessibilità e il controllo dei prezzi dei farmaci per tutte le malattie, in tutti i paesi: «Ci auguriamo che l’Italia possa collaborare anche con UNAIDS, l’Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di AIDS ma il tema della copertura sanitaria universale non è stato affrontato a sufficienza –  denuncia la co-portavoce -. Se nei paesi più poveri non c’è la possibilità di accedere ai farmaci perché costano troppo non si può parlare di copertura sanitaria universale e quindi ci sarebbe piaciuto che i paesi G7 si fossero impegnati a promuovere politiche atte a controllare il prezzo dei farmaci» ribadisce.

Questione critica e trasversale è anche la salute delle donne: nel corso del summit è stata sottolineata l’urgenza di affrontare la mortalità infantile e di occuparsi della malnutrizione delle donne in gravidanza, tuttavia «è necessario garantire a tutte le donne, comprese le rifugiate e le migranti, servizi adeguati per la salute sessuale e riproduttiva» sostiene Stefania Burbo. Sulla stessa lunghezza d’onda il Direttore generale dell’OMS: «L’accesso ai servizi è necessario per evitare le malattie a trasmissione sessuale e per la libertà dalla violenza di cui è vittima una donna su tre nel pianeta. Donne e ragazze devono essere libere di scegliere se, quando e con chi avere figli».

La co-portavoce della coalizione italiana individua una netta priorità nel diritto alla salute fisica e mentale di migranti e rifugiate nei paesi di origine, di transito e di destinazione: «Siamo contenti che si sia parlato di salute mentale fisica, in quanto sappiamo in quali condizioni “psichiche” arrivano in Europa; tuttavia, ci avrebbe fatto piacere un riferimento alle loro necessità in quanto giungono traumatizzate per le violenze che hanno subìto – sostiene Stefania Burbo. La Gcap, infatti, rappresenta l’espressione italiana di un vasto movimento globale che si è posto l’obiettivo di contrastare povertà e disuguaglianza nel mondo promuovendo l’adozione di politiche di sviluppo sostenibile nel rispetto dei diritti umani, della dignità di ogni persona e della parità di genere. Per questo, si augura iniziative concrete di finanziamento per dare concretezza agli impegni politici assunti durante questo G7, ribadendo che «la salute globale è un diritto umano fondamentale di cui tutti gli esseri umani devono godere. Non si può assolutamente abbassare la guardia anzi bisogna alzarla – continua Stefania Burbo -. Il diritto alla salute è il requisito fondamentale per lo sviluppo sostenibile di ogni paese» conclude.

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