Governo, politica e sanità 21 Settembre 2017 18:29

Contratto e pensioni: rebus coperture affidato alla Legge di Bilancio. Ex specializzandi e cannabis, ci sono i tempi per l’approvazione

Rinnovo del contratto dei medici e dell’Acn della medicina generale legati al nodo risorse. Per gli ex specializzandi in piedi un Ddl per la transazione. Legge sulla cannabis terapeutica alla Camera con la Puglia che si dice pronta alla produzione

A pochi mesi dal termine della legislatura, sono diversi i provvedimenti relativi alla sanità che deputati e senatori tenteranno di approvare prima di andare a nuove elezioni. Dal Ddl Lorenzin sul riordino delle professioni sanitarie al testo per la cannabis terapeutica e il biotestamento, ecco il punto della situazione sui disegni di legge che potrebbero veder la luce nelle prossime settimane e su cui, altrimenti, si dovrà lavorare da zero dopo l’insediamento delle nuove Camere.

DDL LORENZIN: ENTRO META’ OTTOBRE L’ESAME DEL SENATO
Il Ddl Lorenzin è uno dei principali testi sulla sanità che l’attuale Parlamento si appresta ad approvare. Riordino delle professioni sanitarie, creazione di un nuovo iter per l’istituzione di nuovi Ordini, importanti novità legate all’elezione dei vertici degli Ordini professionali e un nuovo codice etico per le sperimentazioni cliniche sono i principali provvedimenti previsti dal testo. Il Ddl dovrebbe avere il via libera dalla Commissione Affari Sociali della Camera entro la prossima settimana, per superare, presumibilmente senza molti problemi, l’ultimo passaggio al Senato nella seconda settimana di ottobre.

LEGGI L’INTERVISTA AL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE AFFARI SOCIALI MARIO MARAZZITI

PENSIONI: INTERROGAZIONE PARLAMENTARE SUL CUMULO CONTRIBUTIVO
Altro tema caro ai medici è quello della pensione, che governo e parlamento stanno affrontando in queste settimane. Dopo l’approvazione della legge che introduce il cumulo contributivo, e che consente di accorpare i contributi versati in casse diverse con quelli destinati all’ENPAM esercitando la professione, permettendo quindi di raggiungere prima i requisiti necessari per andare in pensione. Si è ancora in attesa, tuttavia, di una circolare dell’Inps che indichi i dettagli dell’applicazione della norma, e proprio per questo motivo nei giorni scorsi è stata presentata un’interrogazione parlamentare che chiarisca lo stato dei fatti: molti professionisti, infatti, raggiunti i requisiti per la pensione (così come recita la norma e la prima circolare emessa lo scorso mese di marzo), frutto della somma dei contributi versati a diversi enti previdenziali sia pubblici che privati, nella preoccupazione di perdere il diritto acquisito sono stati indotti a presentare la lettera di licenziamento. Lo denunciano, in una nota, i senatori del gruppo Ala-Sc Antonio Scavone e Giuseppe Compagnone.

LEGGI L’INTERVISTA AL PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE ENPAM ALBERTO OLIVETI 

BIOTESTAMENTO: I 3MILA EMENDAMENTI PRESENTATI NE RENDONO DIFFICILE L’APPROVAZIONE
È ricominciato giovedì 21 l’esame da parte della Commissione Sanità del Senato della proposta di legge sulle “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento sanitario”. Dopo l’approvazione in prima lettura della Camera, la Commissione deve ora affrontare gli oltre 3mila emendamenti presentati dagli schieramenti che vedono nell’ostruzionismo la strada più semplice per evitare l’ok a Palazzo Madama. In una recente intervista al Sole 24 Ore la Senatrice Emilia De Biasi, Presidente della Commissione Sanità e relatrice del testo, ha ammesso che in ogni caso sarà necessario raggiungere un accordo con tutti gli schieramenti per sperare che il testo superi l’esame della Commissione in tempi celeri. Altrimenti dovrà passare all’Aula senza un relatore e in tal caso, a detta della De Biasi, non sarebbe da escludere il voto segreto, con tutte le conseguenze del caso. La proposta di legge prevede disposizioni sul consenso informato e sul Dat (dichiarazioni anticipate di trattamento), che consente di decidere a quali procedure mediche sottoporsi e quali rifiutare nel caso in cui non si sia coscienti in seguito a un incidente o a una malattia. Al contempo, ai medici è riconosciuto il diritto all’obiezione di coscienza, per cui non saranno obbligati a interrompere il trattamento dei propri pazienti.

USO TERAPEUTICO DELLA CANNABIS: TEMPI STRETTI MA SUFFICIENTI
La Commissione Affari Sociali della Camera dovrà esaminare la proposta di legge sull’uso terapeutico della cannabis in tempi veramente stretti: il testo è stato infatti calendarizzato in Aula per il prossimo 27 settembre. È ampio tuttavia il consenso registrato intorno al provvedimento e si stima che, al netto di modifiche importanti, non dovrebbe incontrare particolare ostacoli. Tra le misure previste, occupa un ruolo particolare la formazione degli operatori sanitari sulle possibilità offerte dalla cannabis. Semplificate poi le modalità di prescrizione, possibile anche da parte di un medico di medicina generale, e di coltivazione, da individuare con un regolamento specifico. Il provvedimento riguarderà migliaia di malati che si sottopongono a chemioterapia, pazienti con sclerosi multipla o lesioni del midollo spinale, e non quindi l’uso ricreativo dello stupefacente. Alcune regioni, come la Puglia, hanno già fatto sapere di essere pronte alla produzione.

LEGGI QUI L’INTERVISTA AL PRESIDENTE EMILIANO

DDL 2400: UN ACCORDO TRANSATTIVO PER GLI EX SPECIALIZZANDI 78-2006 E’ ANCORA POSSIBILE
Tra i temi più sentiti della categoria, ha particolare rilievo quello relativo alla non corretta remunerazione dei medici che hanno frequentato la scuola di specializzazione tra il 1978 e il 2006, quando, in violazione di direttive europee, lo stato non riconosceva loro il corretto trattamento economico. Sono già migliaia i medici che hanno deciso di far causa allo Stato e che hanno ottenuto il rimborso di quanto dovuto. E per ovviare ad un esborso che rischia di costare alle casse dello Stato oltre 5 miliardi euro, è stato presentato in Parlamento il Ddl 2400, che intende risolvere definitivamente proprio questo contenzioso: un accordo transattivo che assicuri il rispetto dei diritti dei medici e le difficoltà di cassa dello Stato. Dopo l’approvazione della Commissione Sanità, della Commissione Lavoro e di quella Affari Europei, si attende il via libera della Commissione Bilancio del Senato.

LEGGE GELLI: ENTRO L’ANNO GLI ULTIMI DECRETI ATTUATIVI
Dopo i decreti attuativi che riguardano le società scientifiche per l’elaborazione delle linee guida e quello dell’Osservatorio sulle buone pratiche, sono in arrivo gli ultimi quattro decreti attuativi della legge sulla responsabilità professionale e sicurezza delle cure. Per i tre decreti che riguardano la parte assicurativa potrebbe arrivare un “decreto omnibus” dal Ministero dello sviluppo economico entro la fine dell’anno. Inoltre, la Commissione Affari Sociali della Camera ha approvato un emendamento che modifica l’azione di rivalsa, che sarà pari al “triplo del valore maggiore della retribuzione lorda o del corrispettivo convenzionale conseguito nell’anno di inizio della condotta causa dell’evento o nell’anno immediatamente precedente o successivo”.  Lo stesso emendamento approvato fa in modo che il Fondo di garanzia per i danni derivanti da responsabilità sanitaria assolva anche alla funzione di agevolare l’accesso alla copertura assicurativa da parte degli esercenti le professioni sanitarie che svolgono la propria attività in regime libero-professionale.

LEGGI ANCHE: “ARRIVANO LE PRIME MODIFICHE ALLA LEGGE GELLI

RINNOVO ACN E CONTRATTI: I NODI DA SCIOGLIERE
Sono iniziati, intanto, i primi incontri per il rinnovo dell’Acn (Accordo collettivo nazionale) della Medicina Generale presso la Sisac (Struttura Interregionale Sanitari Convenzionati) e per il rinnovo del contratto del comparto sanità presso l’Aran. Per quanto riguarda l’Acn dei medici di medicina generale, sono stati definiti i temi da affrontare: dallo sblocco del turn over ai contenuti economici e la definizione degli ambiti di competenza, sono simili alle questioni che dovranno essere affrontate dalle sigle sindacali del settore ai tavoli per il rinnovo contrattuale, dopo più di 8 anni di blocco. Tuttavia, per raggiungere dei risultati reali, è opinione condivisa dai principali sindacati che i negoziati dovranno attendere l’approvazione della Legge di bilancio, per avere quindi la conferma delle coperture economiche necessarie per qualunque tipo di aumento salariale.

 

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