Salute 26 Settembre 2018 16:12

Violenza di genere, Roberto Carlo Rossi (OMCeO Milano): «C’è bisogno di fatti concreti, pochi si impegnano davvero per risolvere il problema»

L’OMCeO Milano, il Comune di Milano, la Regione Lombardia, il Policlinico Ca’ Granda e Club Medici scendono in campo insieme per contrastare il fenomeno. Al via il 27 ottobre la nuova edizione del corso di formazione ECM “Violenza sulle donne, violenza di genere” di Club Medici

Violenza di genere, Roberto Carlo Rossi (OMCeO Milano): «C’è bisogno di fatti concreti, pochi si impegnano davvero per risolvere il problema»

Mercoledì 19 settembre nella sede dell’OMCeO di Milano, su iniziativa del Presidente Roberto Carlo Rossi, è stato presentato alla stampa il corso ECM “Violenza sulle donne, violenza di genere” organizzato da Club Medici, presso l’Ospedale Maggiore Policlinico di Milano.

«Nonostante siano svariati anni che Milano vede il fiorire di una molteplicità di iniziative volte a contrastare il fenomeno della violenza di genere – l’OMCeO ne ha sempre promosso la diffusione e accolto favorevolmente la realizzazione – la violenza contro le donne seguita ad allarmare per la drammaticità della sua diffusione e presenza nelle più svariate fasce della popolazione» ha spiegato il Presidente dell’OMCeO Milano Roberto Carlo Rossi. 

«Per combattere tale fenomeno odioso – ha proseguito il Presidente – c’è bisogno di cose pratiche, di fatti concreti. In questi casi, tutti siamo bravi a dire quattro sciocchezze di circostanza e a far vedere quanto siamo indignati. Tuttavia, pochi si impegnano davvero e con sincerità per risolvere il problema. Quando il management di Club Medici mi ha presentato il corso di aggiornamento realizzato nell’Urbe, ho subito pensato che un simile sforzo andasse premiato e fosse giusto riproporre il corso in altre latitudini. Considero, infatti, molto intelligenti gli imprenditori illuminati che non pensano solo al fatturato ma hanno una visione più vasta e lungimirante. Per questo, credo che l’occasione non sia da perdere. Tutti abbiamo il dovere di “saper essere” all’altezza della situazione e “saper fare” ciò che è necessario quando ci si presenta un caso di violenza di genere. La frequenza a questo evento ci aiuterà nella pratica della nostra vita professionale» ha specificato il Presidente.

«L’Ecm sulla violenza di genere – ha spiegato, prendendo la parola, Vincenzo Pezzuti, Presidente Club Medici – è per Club Medici ormai un appuntamento ricorrente ed un grande impegno di gruppo. Dopo il grande successo della prima edizione conclusasi a Roma a gennaio 2018, il corso viene riproposto oggi a Milano e contemporaneamente accolto e organizzato dall’OMCeO di Campobasso. L’altissima risposta di partecipazione dei medici, nonché di tutte le le altre professioni sanitarie che si sono interessate, ci conforta sulla scelta del tema e sulle modalità con le quali è stato trattato: interdisciplinarietà e scambio di competenze ed esperienze. Un format che, vista la sua valenza sociale, vogliamo replicare il più possibile e che proporremo a tutti gli Ordini a livello nazionale, sulla cui sensibilità al tema assolutamente confidiamo. Un programma che potrà inoltre essere adattato alle singole realtà territoriali come è stato per Roma, Milano e Campobasso. L’obiettivo e il nostro auspicio è che su queste tematiche rimanga alta l’allerta del mondo medico e che tale tipologia di corso possa quindi riproporsi nel maggior numero di contesti, arricchendosi di volta in volta di nuovi stimolanti suggerimenti» ha sottolineato Vincenzo Pezzuti.

La presentazione del Corso ECM, è stata anche l’occasione per dare conto degli ultimi dati sulla violenza a Milano e in Lombardia e tali numeri concorrono a confermare quanto ci sia bisogno di formazione per tutti i soggetti che si trovano a trattare donne violate. Ne ha parlato Alessandra Kustermann, Direttore Pronto Soccorso e Accettazione Ostetrico-Ginecologica, Soccorso violenza sessuale e domestica (SVSeD) e Consultori Familiari del Policlinico di Milano: «Il pronto soccorso del Policlinico conta cento mila accessi l’anno. Da noi arrivano altre 28 mila donne che poi indirizziamo al centro specializzato per una assistenza completa. Di queste, ben 1.200, solo l’anno scorso, sono state vittime di violenza. Il nostro SVSeD è un centro antiviolenza pubblico, collocato in un grande ospedale e questo consente alle donne di ricevere un aiuto immediato anche da un punto di vista sanitario e medico legale, oltre che psicologico e sociale. I progetti che le donne decidono di intraprendere per uscire dalla violenza sono molteplici e complessi, a volte si possono interrompere. L’importante è che le donne sappiano che possono tornare a chiedere aiuto anche dopo molto tempo, perché gli operatori di SVSeD restano disponibili ad aiutarle e sono coscienti delle difficoltà che possono aver determinato un’interruzione nel percorso di separazione dal maltrattante».

«Quando la violenza è raccontata nel qui e ora – ha aggiunto poi Daniela Di Renzo, Direttore scientifico dell’ECM “Violenza contro le donne, violenza di genere” – quando le ferite di una donna sono la testimonianza di un dolore incontenibile al quale non si può far fronte se non con l’aiuto di operatori specializzati, quando la richiesta di aiuto coinvolge, oltre alla professionalità e alle competenze specialistiche, il vissuto emotivo di chi è chiamato a lavorare nell’ambito del maltrattamento e della violenza, per medici, psicologi, assistenti sociali, infermieri e altre professioni mediche è necessario costruire una rete formativa per il professionista che sia al tempo stesso supportava, che abbia lo scopo di contribuire allo sviluppo della consapevolezza delle proprie azioni affinché l’intervento sulla donna violata sia il più possibile empatico, oltre che efficace».

È poi intervenuta Diana De Marchi, Presidente Commissione Pari Opportunità e Diritti Civili del Comune di Milano, che ha messo in evidenza il sostegno del Comune alle politiche di contrasto alla violenza. «Il Comune stanzia 850mila euro all’anno – ha ribadito – con l’obiettivo primario di formare tutti i soggetti che ruotano intorno alle donne violate, nonché per supportare le donne che non hanno un reddito proprio. Il 40 per cento delle donne che chiedono non ha un lavoro; la fatica a denunciare, spesso, deriva pure dalla mancanza di indipendenza economica».

«Numeri cresciuti anche a livello lombardo – ha sottolineato infine l’Assessore alle Politiche per la famiglia, genitorialità e pari opportunità della Regione Lombardia Silvia Piani – considerando le richieste di aiuto ai centri antiviolenza sparsi su tutto il territorio, coperto finalmente al 100%.  7.213 sono le donne che si sono rivolte a questa rete solo nel primo semestre del 2018, 1.321 in più rispetto a tutto il 2017 (in cui erano state 5.892; 3.680 nel 2014). La Regione ha stanziato negli ultimi 5 anni 18 milioni di euro per i centri. Integreremo i fondi – ha proseguito l’assessore – e a breve lanceremo anche un’app per facilitare il contatto fra le donne vittime di violenza e i centri antiviolenza».

                             

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di I.F.