Salute 19 Aprile 2018 10:30

Neurologia. Mancardi (Sin): «Aumentare del 20% i posti nelle scuole di specializzazione. Troppi cervelli “fuggono” all’estero»

«Due ostacoli da superare per gli aspiranti neurologi: difficoltà della materia e carenza di posti a disposizione». Così Gianluigi Mancardi, Presidente della Società Italiana di Neurologia

di Isabella Faggiano

«Studiare le patologie del sistema nervoso centrale e periferico è senza dubbio affascinante. Non è raro che ci si innamori di questa branca della medicina». Ed è per questo, secondo Gianluigi Mancardi, Presidente della Sin, la Società Italiana di Neurologia, e Direttore della Clinica Neurologica dell’Università di Genova, che molti giovani medici tentano con tutte le proprie forze di superare l’esame di accesso alla scuola di specializzazione in neurologia. Ma «uno studio matto e disperatissimo» non basta. Due gli ostacoli da superare: la difficoltà della materia e soprattutto la carenza di posti a disposizione.

«Anche gli aspiranti specializzandi in neurologia devono fare i conti con il cosiddetto “imbuto formativo”, al pari dei colleghi che tentano l’ammissione per la specializzazione in altre branche della medicina. Gli studenti che al quinto anno di medicina si lasciano trasportare dal fascino di questa branca, tanto da richiedere anche la tesi in questa materia, sono nettamente superiori al numero di posti disponibili nelle varie scuole di specializzazione». Per rendere l’idea il professore Mancardi cita le cifre della realtà a lui più vicina: «Lavoro a Genova e qui i posti in clinica neurologica sono 5 per anno e gli aspiranti molti di più».

Eppure la Sanità italiana avrebbe bisogno di molti più neurologi. Ne è convito anche lo stesso presidente Mancardi: «I posti di specializzazione in neurologia andrebbero aumentati almeno del 15-20%». Queste cifre non rispondono solo all’esigenza di un fisiologico ricambio generazionale, ma anche all’enorme progresso scientifico degli ultimi anni. «La neurologia è una branca in espansione – ha detto il presidente Sin –  e quindi si ha la necessità di giovani competenti in diversi settori, per poter curare e affrontare le più rilevanti malattie, come le quelle cerebrovascolari, il decadimento mentale, l’epilessia o la sclerosi multipla».

LEGGI ANCHE: ALZHEIMER, È ITALIANA LA RICERCA CHE DÀ SPERANZA: SCOPERTO RUOLO DELLA DOPAMINA NEI MECCANISMI DELLA MEMORIA

Patologie che richiedono percorsi di cura dedicati e specifici: «Pensiamo ad esempio ai centri ictus – ha aggiunto il professore Mancardi – sono un’ esigenza nell’intero territorio nazionale, ma non tutte le zone risultano attualmente coperte.  Questi centri per essere attivi hanno bisogno di specialisti, i neurologi appunto, oltre agli infermieri dedicati».

Un percorso ad ostacoli, dunque, di cui a vedere il traguardo sono davvero in pochi. Ma cosa accade dopo la specializzazione? Arriva finalmente la discesa o c’è ancora tanto da sudare?

«In genere – ha detto Mancardi – i neospecialisti trovano una sistemazione adeguata in un tempo ragionevole. L’inserimento lavorativo è piuttosto semplice, soprattutto nel pubblico. È ovvio che la neurologia non è esente da quei problemi di gestione delle finanze che riguardano la contrazione delle risorse e il conseguente calo delle assunzioni. Ma è pur vero che, a fronte di pensionamenti,  le Unità Operative Complesse di neurologia, devono rimanere funzionanti, sia nel pubblico che nel privato. E per farle funzionare ci vogliono gli specialisti».

Insomma, una buona notizia che premia le fatiche di chi riesce a superare con successo quella strettoia “dell’imbuto formativo”, attraversarne il collo, sbucando tra i banchi delle scuole di specializzazione. Ma qual è invece la situazione della neurologia, per un altro fenomeno tutto italiano, quello della fuga dei cervelli?

«La neurologia – ha detto Mancardi – è la branca clinica di un settore molto più ampio, quello delle neuroscienze. Pensiamo ad esempio all’attrazione che il funzionamento del sistema nervoso può esercitare su un giovane ricercatore. Molti, spinti da questa sete di conoscenza,  vanno all’estero per migliorare la loro formazione e in tanti decidono anche di rimanerci. Quindi sì – ha concluso il presidente Sin – esiste una fuga di cervelli anche in questo settore».

Articoli correlati
Congresso mondiale neurologia, 3 miliardi di persone vivono con cefalea e 50 milioni con demenza ed epilessia
Alla conferenza stampa di presentazione del Congresso Sin italiano si è parlato dell’impatto della pandemia sul sistema neurologico, delle ultime novità terapeutiche per ictus e Alzheimer e di malattie rare
Neurologia e Neurochirurgia, Istituto Besta primo in Italia per il Newsweek
Le due specialità ottengono il 9° e il 19° posto al Mondo: una conferma per la Fondazione I.R.C.C.S. Istituto Neurologico Carlo Besta che per il secondo anno consecutivo ottiene il primo posto nel nostro Paese ed è tra i primi in Europa e al Mondo nella classifica “World's best specialized hospitals 2022”
I non sognatori? Non esistono. Il neurologo: «In realtà dimenticano il contenuto dei sogni»
In occasione della Giornata dei sogni che si celebra il 25 settembre, l'intervista a Luigi Ferini Strambi, direttore del centro di Medicina del Sonno: «Per aiutare la memoria onirica mettere un taccuino sul comodino e concedersi un risveglio lento»
di Isabella Faggiano
SMA 1, la storia del primo bambino trattato in Sicilia con la terapia genica
Il neurologo Giuseppe Vita: «È la prima terapia genica esistente per una malattia neurologica. Nel trattamento della SMA 1 il farmaco agisce sostituendo la funzione del gene difettoso SMN1, gli si affianca producendo la proteina mancante che causa la malattia»
di Isabella Faggiano
Il quoziente intellettivo è in calo: ecco cosa sta accadendo alla nostra intelligenza
Cappa (neurologo): «E se fossero i test che misurano il quoziente intellettivo a non essere adeguati alla società in cui viviamo e non i giovani a possedere meno capacità di genitori e nonni?»
di Isabella Faggiano
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

XVIII Giornata europea dei diritti del malato. Contro la desertificazione sanitaria serve un’alleanza tra professionisti, cittadini e istituzioni

La carenza di servizi sul territorio, la penuria di alcune specifiche figure professionali , la distanza dai luoghi di salute in particolare nelle aree interne del Paese, periferiche e ultraperiferich...
Advocacy e Associazioni

Mieloma multiplo. Aspettativa di vita in aumento e cure sul territorio, il paradigma di un modello da applicare per la prossimità delle cure

Il mieloma multiplo rappresenta, tra le patologie onco-ematologiche, un caso studio per l’arrivo delle future terapie innovative, dato anche che i centri ospedalieri di riferimento iniziano a no...
Salute

Parkinson, la neurologa Brotini: “Grazie alla ricerca, siamo di fronte a una nuova alba”

“Molte molecole sono in fase di studio e vorrei che tutti i pazienti e i loro caregiver guardassero la malattia di Parkinson come fossero di fronte all’alba e non di fronte ad un tramonto&...
di V.A.
Advocacy e Associazioni

Oncologia, Iannelli (FAVO): “Anche i malati di cancro finiscono in lista di attesa”

Il Segretario Generale Favo: “Da qualche anno le attese per i malati oncologici sono sempre più lunghe. E la colpa non è della pandemia: quelli con cui i pazienti oncologici si sco...