Salute 8 Febbraio 2017 16:30

Com’è cambiata la salute ai tempi del web. Livia Azzariti: «La mia vita da dottoressa della tv…»

La riflessione del medico e volto storico di Unomattina: «Le informazioni, come le medicine, prima di essere utilizzate, devono essere ponderate con cura. La televisione e ora il web sono utili per condividere, ma attenti a non annegare nel mare d’informazioni»

Com’è cambiata la salute ai tempi del web. Livia Azzariti: «La mia vita da dottoressa della tv…»

In passato il camice bianco era l’unica figura interpellata in caso di necessità. Infatti il paziente, all’occorrenza, sottoponeva i propri sintomi ad uno specialista e, nella maggior parte dei casi, si affidava al suo giudizio. Oggi il paziente è più ‘consapevole’ e nel rapporto tra medico e assistito è subentrato ‘l’altro’. L’altro è rappresentato dai social, le chat, i blog e tutto ciò che appartiene al ‘worl wide web’.

La possibilità di reperire informazioni utili a controllare le proprie patologie, capire più approfonditamente sintomi e conseguenze, ma soprattutto l’occasione per il paziente di trovare e confrontarsi facilmente con altre persone afflitte dal medesimo problema, ha determinato un grande passo avanti. Oggi la persona malata ha maggiore occasione di condividere e non sentirsi più in totale solitudine in balia del proprio male. «Questo aspetto è fondamentale» commenta Livia Azzariti, medico e volto noto della Rai.

La divulgatrice scientifica, per anni conduttrice del programma Unomattina, ci spiega che «la condivisione è fondamentale perché l’aspetto psicologico con cui si affronta una malattia, è basilare poi per il percorso di cura. Il fatto di sapere di non essere soli permette di non abbattersi, di non affliggersi, perché comunque nei momenti più difficili c’è qualcuno a cui potersi aggrappare, con cui poter parlare, con cui avere uno scambio vero, di cose vissute».

«La divulgazione, la televisione, serve proprio a questo – prosegue la conduttrice che in parallelo alla sua carriera televisiva ha esercitato la professione di anestesista-  a creare una rete che poi possa essere di protezione e di ascolto di tutte le persone che ne hanno bisogno e per chi gli sta accanto».

Tuttavia non è tutto oro quel che luccica, infatti la comunicazione così trasparente e la facilità con cui è possibile reperire informazioni, può essere un’arma a doppio taglio. «È pur vero che le informazioni sono così universali che ovviamente sono poco controllate. Per cui è importante rivolgersi agli esperti e chiedere consiglio per farsi indirizzare e semmai orientarsi con maggiore consapevolezza nel mare di informazioni che sono a disposizione».

Per approfondire:

Il web rovina rapporto medico-paziente? Vaccaro (Censis): «Attenti a dottor Google». Il caso diabete…

Paura dei vaccini? La ricerca: è colpa del web. «Ecco come le bufale partono dai social e Google le amplifica»

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Giornata mondiale emofilia, Cassone (FedEmo): “I dati dei pazienti confluiscano nel Registro Mec dell’Iss”

Al via all’ISS, con la collaborazione di AICE, un nuovo applicativo ideato appositamente per la raccolta dei dati, da mettere a disposizione dei Centri e delle Regioni. FedEmo: “Il Registr...
Advocacy e Associazioni

Mieloma multiplo. Aspettativa di vita in aumento e cure sul territorio, il paradigma di un modello da applicare per la prossimità delle cure

Il mieloma multiplo rappresenta, tra le patologie onco-ematologiche, un caso studio per l’arrivo delle future terapie innovative, dato anche che i centri ospedalieri di riferimento iniziano a no...
Salute

Parkinson, la neurologa Brotini: “Grazie alla ricerca, siamo di fronte a una nuova alba”

“Molte molecole sono in fase di studio e vorrei che tutti i pazienti e i loro caregiver guardassero la malattia di Parkinson come fossero di fronte all’alba e non di fronte ad un tramonto&...
di V.A.
Advocacy e Associazioni

Oncologia, Iannelli (FAVO): “Anche i malati di cancro finiscono in lista di attesa”

Il Segretario Generale Favo: “Da qualche anno le attese per i malati oncologici sono sempre più lunghe. E la colpa non è della pandemia: quelli con cui i pazienti oncologici si sco...