Lavoro 6 Marzo 2018 11:39

«Entrò in ospedale con dei sassi e ci colpì…». La testimonianza del Direttore del PS di Santa Maria Nuova a Firenze

ESCLUSIVA | «Aggressioni al personale e danni alle attrezzature che alla fine hanno conseguenze anche sul servizio che diamo ai pazienti. Serve più sicurezza, telecamere interne e personale qualificato che ci protegga» così Mauro Pratesi, Direttore dell’emergenza urgenza dell’ospedale più antico di Firenze

«Entrò in ospedale con dei sassi e ci colpì…». La testimonianza del Direttore del PS di Santa Maria Nuova a Firenze

Lavorare in solitudine senza potersi difendere in caso di necessità. Questa è la situazione in cui si trovano molti operatori sanitari che durante i turni nei reparti, nei Pronto soccorso, negli ambulatori – specialmente di notte – sempre più frequentemente incappano in violenze, molestie o reazioni incontrollate da parte di utenti mal disposti, cittadini esasperati per le lunghe attese dei loro familiari. Uno dei più gravi casi di molestie accaduto negli ultimi mesi, è stato lo stupro ai danni di una dottoressa che prestava servizio in guardia medica nel catanese, episodio che ha suscitato ulteriore rabbia e indignazione da parte del personale sanitario e non solo. Ma qui raccontiamo in esclusiva la testimonianza in prima persona di un medico aggredito, addirittura, in corsia da una violenta sassaiola.

LEGGI ANCHE: AGGRESSIONI, SCOTTI (FIMMG): «MEDICI SIANO PUBBLICI UFFICIALI E LA MAGISTRATURA INTERVENGA D’UFFICIO»

«Tutto questo è molto preoccupante» denuncia Mauro Pratesi, Direttore del Pronto soccorso dell’Ospedale Santa Maria Nuova di Firenze che ai microfoni di Sanità Informazione ha raccontato la sua esperienza sul campo. «In Pronto soccorso, sia di notte che di giorno, c’è la presenza di persone in grave difficoltà sociale e abitativa che frequentemente si rivolgono alla struttura. Molti di questi purtroppo fanno uso di alcolici o altre sostanze stupefacenti che rendono difficile oltremodo poter interloquire.  D’altronde il nostro compito è di cercare sempre al meglio di soddisfare i bisogni assistenziali di tutta la popolazione, di fatto dobbiamo anche salvaguardare il Pronto soccorso e noi stessi, questo non è sempre possibile».

«Il Pronto soccorso non può essere terreno di risposta sociale per i non fissa dimora – spiega il Dottor Pratesi – dunque a volte siamo costretti a prendere anche posizioni ferme per salvaguardarci e lavorare in sicurezza. Nella nostra realtà di Pronto soccorso esiste l’unità operativa aziendale della nostra Asl che si interessa proprio al clima di lavoro. Nell’ultimo anno abbiamo fatto degli incontri con psicologi e psichiatri, sicuramente soluzioni molto utili ma che non risolvono il problema. Serve più sicurezza, occorrono telecamere interne e cartelli che ne segnalino la presenza perché siano deterrenti per coloro che sono intenzionati ad aggredire».

LEGGI ANCHE: AGGRESSIONI AI MEDICI, LA TESTIMONIANZA: «QUELLA VOLTA CHE UNA COPPIA BLOCCÒ IL PS PER ORE…»

Le aggressioni infatti non sono solo reazioni incontrollate dovute alla rabbia del momento, racconta il dottore, a volte sono addirittura azioni premeditate come dei veri e propri atti criminosi. «Voglio raccontare una mia esperienza – prosegue –: tempo fa un uomo entrò al Pronto soccorso e cominciò a lanciare violentemente sassi contro il personale sanitario e contro le attrezzature mediche. Oltre a mettere in pericolo medici, infermieri e pazienti, danneggiò gravemente computer e strumenti medici procurando all’ospedale un notevole danno economico».

«Negli ospedali è previsto soltanto un presidio per la guardia giurata che tuttavia, di fatto, non può fare molto, non può ammanettare in caso di necessità e non può fare interventi d’ordine pubblico. Occorre personale qualificato – conclude – che possa intervenire in caso di urgenza. Ci sono state aggressioni armate avvenute in alcuni ospedali della Toscana. Pistole, coltelli, oggetti contundenti, in queste situazioni difendersi solo con le proprie mani diventa veramente difficile…».

LEGGI ANCHE: AGGRESSIONI AL PERSONALE SANITARIO, S.I.VE.M.P.: «AZIONI CONCRETE O PRONTI ALLO SCIOPERO»

 

SEGUICI ANCHE SU FACEBOOK <— CLICCA QUI

Articoli correlati
No vax sempre più aggressivi: nel mirino medici, giornalisti e politici
Intimidazioni, minacce e aggressioni: sale la tensione. L'assessore alla Sanità del Lazio: «Chi finisce in terapia intensiva e ha rifiutato il vaccino si paghi il ricovero»
Aggressioni, l’allarme di Consulcesi: «Accendere riflettori anche su violenza operatori sanitari. Il 70% sono donne»
Il Presidente Massimo Tortorella: «Tutelare gli operatori sanitari sempre in prima linea». Telefono Rosso: la linea dedicata che risponde al numero 800.620.525
«Un medico donna? No, voglio un vero dottore». Un racconto di ordinaria violenza in un ospedale italiano
La testimonianza è tratta dal volume “Stop alla violenza a danno degli operatori della salute. Prevenire e gestire la violenza sul lavoro” scritto dalla dottoressa Marina Cannavò: «Ancora oggi è molto diffusa la tendenza maschilista a non considerare un medico donna altrettanto capace del suo collega uomo»
Atti vandalici contro medici e sanitari. Tortorella (Consulcesi): «Fatti gravissimi, non lasciamoli soli»
Consulcesi & Partners attiva assistenza Legale gratuita per medici e operatori sanitari
Giornata contro la violenza sugli operatori sanitari. FNOMCeO: «Legge contro aggressioni sia primo passo»
Dal 24 settembre a proteggerli una legge contro le aggressioni. La giornata annuale contro la violenza sugli operatori sanitari continua a sensibilizzare. La Federazione dei medici: «Ora salto culturale che veda la sicurezza, a 360 gradi, come un diritto degli operatori sanitari e medico come alleato»
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Mieloma multiplo. Aspettativa di vita in aumento e cure sul territorio, il paradigma di un modello da applicare per la prossimità delle cure

Il mieloma multiplo rappresenta, tra le patologie onco-ematologiche, un caso studio per l’arrivo delle future terapie innovative, dato anche che i centri ospedalieri di riferimento iniziano a no...
Salute

Parkinson, la neurologa Brotini: “Grazie alla ricerca, siamo di fronte a una nuova alba”

“Molte molecole sono in fase di studio e vorrei che tutti i pazienti e i loro caregiver guardassero la malattia di Parkinson come fossero di fronte all’alba e non di fronte ad un tramonto&...
di V.A.
Advocacy e Associazioni

Oncologia, Iannelli (FAVO): “Anche i malati di cancro finiscono in lista di attesa”

Il Segretario Generale Favo: “Da qualche anno le attese per i malati oncologici sono sempre più lunghe. E la colpa non è della pandemia: quelli con cui i pazienti oncologici si sco...