Covid-19, che fare se...? 7 Maggio 2018 14:46

Epidemia di difterite in Venezuela. Il Ministro risponde…

L’epidemia di difterite, iniziata in Venezuela a luglio 2016, è ancora in corso. Dal suo inizio nel 2016 alla 10° settimana epidemiologica del 2018 sono stati segnalati 1.602 casi sospetti (324 casi nel 2016, 1.040 nel 2017, 238 nel 2018), 976 dei quali confermati (314 in laboratorio e 662 per l’esistenza di link epidemiologico a un caso […]

di Beatrice Lorenzin - Ministro della Salute

L’epidemia di difterite, iniziata in Venezuela a luglio 2016, è ancora in corso. Dal suo inizio nel 2016 alla 10° settimana epidemiologica del 2018 sono stati segnalati 1.602 casi sospetti (324 casi nel 2016, 1.040 nel 2017, 238 nel 2018), 976 dei quali confermati (314 in laboratorio e 662 per l’esistenza di link epidemiologico a un caso sospetto).
Complessivamente sono stati registrati 142 decessi (17 nel 2016, 103 nel 2017, 22 nel 2018), con un tasso cumulativo di letalità del 14,5%. Al momento sono interessati 22 Stati e il Distretto della Capitale.

La vaccinazione anti-difterica rappresenta lo strumento più efficace per la prevenzione dei casi e dei focolai; ha, infatti, ridotto considerevolmente la frequenza e la mortalità della difterite nel Paese. Tuttavia, l’abbassamento delle coperture vaccinali in Venezuela, dove negli ultimi 5 anni non hanno mai raggiunto il 95%, hanno creato le condizioni favorevoli alla riemergenza della malattia, il cui ultimo caso autoctono, prima dell’epidemia attuale, risale al 1992. L’epidemia in corso è, inoltre, caratterizzata da un elevato tasso di letalità tra i casi confermati.

Il rischio nel Paese resta alto e la situazione potrebbe essere ulteriormente complicata dalla concomitanza di altre emergenza di natura infettiva (es. morbillo e malaria).

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) non può neanche essere escluso il rischio di diffusione internazionale in Paesi con copertura vaccinale inferiore al 95%. Per questa ragione l’OMS raccomanda a tutti gli Stati Membri:

  1. una sorveglianza epidemiologica in grado di garantire una tempestiva identificazione dei focolai
  2. il raggiungimento e mantenimento di elevate coperture vaccinali per il ciclo di base ed i successivi richiami
  3. la vaccinazione, in via prioritaria, delle popolazioni a maggior rischio, come i bambini sotto i 5 anni di età, i bambini che frequentano scuole, gli anziani, i contatti stretti dei casi, gli operatori sanitari, i militari in servizio.

Infine, sebbene i viaggiatori internazionali non siano esposti a un rischio particolare di infezione da Corynebacterium diphtheriae, l’OMS raccomanda alle autorità sanitarie competenti degli Stati Membri di ricordare, ai viaggiatori diretti verso aree in cui sono in atto epidemie di difterite, l’opportunità di essere adeguatamente vaccinati, in accordo con il Calendario vaccinale nazionale. In particolare, in caso di viaggio in area a alto rischio, è raccomandata una dose di richiamo se sono trascorsi più di 5 anni dall’ultima vaccinazione.

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